Mediaset, niente più influencer: la scelta di Piersilvio

Piersilvio Berlusconi continua quella che i giornali hanno definito “epurazione anti trash“. Il numero 1 di Mediaset sta rivoluzionando il palinsesto dell’emittente, con un obiettivo ben preciso: eliminare quanto più possibile i riferimenti al cosiddetto “trash televisivo“, che in questi anni aveva conquistato in lungo e in largo le reti italiane.




A farne le spese è stata, prima di tutti gli altri, la nota conduttrice Barbara D’Urso: l’ex madrina di “Pomeriggio Cinque” è stata rimossa dalla conduzione del noto programma di Canale 5, ma non è stata l’unica a pagare le spese della nuova rivoluzione copernicana della tv. I prossimi “epurati” potrebbero essere gli influencer (come riportato da Fanpage.it), che da anni rappresentano un autentico “vivaio” dei reality di Canale 5.

Il numero 1 di Mediaset avrebbe infatti imposto un retrofront rispetto alla candidatura di influencer e star di onlyfans ai ruoli di protagonisti del Grande Fratello e dell’Isola dei Famosi, due dei programmi di punta di tutto il palinsesto. Alla base di questa scelta, come già spiegato, c’è la volontà di rimuovere il marchio di Tv del Trash e applicarne, se possibile, uno nuovo, volto alla qualità del prodotto offerto e al miglioramento della proposta complessiva.

Accedere al proprio whatsapp con 4 telefoni: da oggi sarà possibile

L’annuncio di Mark Zuckerberg 

Il numero 1 di Meta, Mark Zuckerberg, ha diffuso tramite i propri canali social una novità destinata a fare la storia nel mondo della messaggistica: sarà possibile accedere al proprio whatsapp fino a un massimo di 4 dispositivi. 

Una novità che si pone in netta controtendenza rispetto al passato: fino a questo aggiornamento, infatti, non era consentito connettersi a più di un solo dispositivo per utilizzare la più celebre piattaforma di messaggistica del mondo.


Il post realizzato sui canali social DAMA.

Un salva-chat per chi perde e rompe lo smartphone

I vantaggi che conseguono da questa rettifica sono tangibili: oltre alla praticità di poter utilizzare più dispositivi, la vera funzione speciale è quella del “salva-chat”. In passato, infatti, in caso di smarrimento o rottura del proprio smartphone non era possibile recuperare le vecchie chat in assenza di un backup programmato. Con questa nuova funzione invece si azzera del tutto il rischio di perdita delle vecchie conversazioni, perchè in caso di danneggiamento o smarrimento di un telefono, ci si può sempre connettere dagli altri tre (per chi ha la fortuna e la possibilità di averli, chiaramente). 

A quando le modifiche degli strumenti Meta per il Business? 

Se da un lato il web e i fruitori hanno apprezzato l’annuncio del CEO di Meta (diciamocelo, era ora!), dall’altro il mondo dei professionisti del web attende ancora con ansia una modifica strutturale del mondo Business Suite. La praticità dello strumento di gestione Meta risulta essere ancora scarsa, e i metodi farraginosi rischiano di disincentivarne l’utilizzo.

Durata di video e canzoni ai tempi dei social

Durata di video e canzoni ai tempi dei social: com’è cambiata nel tempo

L’attenzione media degli utenti 

20 secondi. E’ questa la soglia dell’attenzione che gli utenti dei social network hanno davanti a un video. Che sia un reel o un frame qualsiasi, la durata della nostra attenzione difficilmente supererà – in media – questo limite. 

Il dato va in controtendenza rispetto al passato, quando invece l’occhio – più o meno clinico – degli utenti di internet e tv era molto più attento e paziente: basti pensare alla grande quantità di documentari che abbiamo visto a scuola o a casa, ma non solo. 

La durata delle canzoni nel corso del tempo

Citiamo un gruppo: i Pink Floyd. E citiamo qualche canzone: Confortably numb, ad esempio. Che dura 6 minuti e 55 secondi, e che nessuno oserebbe interrompere prima. Perchè il nostro orecchio è abituato così. Citiamo, a titolo di esempio, Wish you were here, che è probabilmente la canzone più famosa del gruppo e che dura 5 minuti e 35 secondi. E poi ne citiamo altre, direttamente dalle tendenze di Youtube: Alleluia, del trapper Shiva (durata 2 minuti e 45 secondi); Respira di Elodie (2 minuti e 58), ‘a vita senz’e te di Rocco Hunt (2 minuti e 27). Il minimo comune multiplo tra i tre successi dell’attuale classifica Yt è la durata inferiore ai 180 secondi.

E i video?

Repetita iuvant. L’esperienza di Tik Tok e l’affermazione dei reel sulle piattaforme Meta ci conferma un dato incontrovertibile: i video brevi e di impatto superano di gran lunga l’appeal di clip più lunghe. A discapito della qualità? Non per forza.

Realizzare un reel, soprattutto in ambito commerciale, resta un’attività complessa che deve tener conto di tante varianti e avvalersi di consulenze di settore specifiche.

Come si crea un reel?

Scindiamo due aspetti: quello professionale da quello del divertimento. In altre parole: chi crea reel per lavoro non li crea per diletto. L’opposto, invece, può anche verificarsi. Ma un professionista che crea un video deve necessariamente partire da una domanda: che messaggio si vuole mandare? Risolto questo quesito, sarà necessario lavorare a ogni aspetto del reel, che dovrà però rispettare una conditio sine qua non: la tempistica ristretta.

Conclusioni

Il linguaggio dei social è un linguaggio smart. La durata cambia da platea a platea, ma ciò che resta universale è la propensione dell’utente a cercare contenuti diretti, impattanti, facilmente memorizzabili. E’ il principio stesso di un claim pubblicitario: se “prende“, prende subito. Nel caso contrario, non ci riuscirebbe nemmeno dopo un quarto d’ora di tentativi. Perchè, in alcuni casi repetita iuvant. Ma in altri, semplicemente, no.

Influencer post DAMA Chiara Ferragni

In Italia gli influencer non influenzano il voto

Influencer post DAMA Chiara Ferragni
Il post realizzato da DAMA
In Italia gli influencer non influenzano il voto

Ma cosa succederebbe se un influencer si candidasse alle elezioni politiche in Italia? Se hai tanti follower potresti avere tanti voti? Ad oggi non abbiamo ancora risposte precise a queste curiosità però ci giunge un indizio dalle recenti elezioni politiche: gli influencer non influenzano il voto nonostante gli appelli ai follower.

Lo schieramento dei cosiddetti vip digitali che paventavano una deriva anti-democratica e quindi auspicavano un voto “giusto” o per il “meno peggio” ha dovuto fare i conti con la realtà delle schede elettorali dalle quali è emersa la vittoria dello schieramento di centro-destra.

Il PI (Partito Influencer), nonostante conti milioni e milioni di follower, non ha quindi “influenzato” l’elettorato. Le cause possono essere varie, la principale è che probabilmente la politica non è un brand spendibile sui social a differenza di un’operazione di marketing con un determinato prodotto. Inoltre la maggior parte dei loro follower potrebbe rientrare in una fascia totalmente disinteressata alla politica nazionale e la “call to action” di andare a votare non funzionerebbe in partenza.

Chiara Ferragni vs Giorgia Meloni: tra social e dibattito

La nota influencer Chiara Ferragni ha più volte espresso disappunto nei confronti del leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (Leggi qui), invitando tutti i suoi follower ad “aprire il cervello” il 25 Settembre. Risultato? Fratelli d’Italia partito più votato nel Paese e record storico di preferenze per la sua leader, Giorgia Meloni. 

Insomma, In Italia gli influencer non influenzano il voto.

Il “Bad day” di Damiano dei Maneskin

Today is a bad day. Damiano dei Maneskin dixit. La giovane rockstar ha infatti espresso grande tristezza per la vittoria della coalizione di centrodestra, così come fatto nei giorni antecedenti alla Domenica di elezioni. Un appello, il suo, che non ha trovato eco tra i giovani fan.

Elodie contro la Meloni: “a me fa paura”

Alla lista si aggiunge Elodie. La star – madrina del pride 2022 – ha condiviso alcuni passaggi del programma di Fratelli d’Italia commentando con un laconico “A me sinceramente fa paura“, ma già in passato aveva avuto qualche screzio con Giorgia Meloni. A inizio Settembre, infatti, la cantante ex concorrente di Amici aveva parlato del leader di Fdi, etichettandola quale donna che sembra un uomo del 1922.

Peroni, torna il vuoto a rendere

Birra Peroni: ritorna il vuoto a rendere

Birra Peroni rilancia il vuoto a rendere nei bar e ristoranti di Bari e Taranto, dove il prodotto risulta essere tra i più consumati. Una scelta di cuore, verso l’ambiente e la sostenibilità che tante imprese del Paese decantano – ma che spesso e volentieri non riescono a mettere in pratica – ma anche una scelta di portafogli, nella direzione di un’altra sostenibilità: quella economica.

Per ora si comincia con Bari e Taranto

Bari e Taranto sono le prime due città in cui il noto marchio del beverage ha reintrodotto il vuoto a rendere. Una scelta che ben si sposa con il mercato locale (in Puglia le due birre più consumante sono, appunto, la Peroni e la tarantina Raffo) e che ha già incassato l’endorsement di tanti gestori.

Una nuova veste grafica

Tutte le bottiglie utilizzate per il “vuoto a rendere” avranno un’apposita etichetta sul collo, avranno un peso maggiore rispetto alle bottiglie “tradizionali” e saranno riutilizzabili fino a un massimo di 15-18 volte.

Le parole dell’azienda

Federico Sannella, direttore relazioni esterne e istituzionali di Birra Peroni, ha dichiarato: “Effettuato, in primis, per ridurre le nostre emissioni di CO2 sensibilizzando i consumatori sui temi dell’economia circolare, l’investimento per la nuova linea potrebbe avere una portata strategica ancor più ampia, mettendoci nelle condizioni di far fronte a esigenze assolutamente imprevedibili fino a pochi mesi fa”.

Le reazioni del web

La scelta ecosostenibile di Peroni non passa inosservata neanche agli occhi del web: il noto sito buonrendere.it, impegnato nella diffusione di notizie a tematica ambientale, ha ripreso con entusiasmo l’iniziativa (Leqqi qui).

Greenme.it, che condivide le medesime tematiche, ha dedicato un ampio spazio alla news (Leggi qui) ed anche il noto Leonardo.it ha diffuso la notizia attraverso i propri canali (Leggi qui).

I grafici DAMA, ovviamente, non potevano esimersi: ecco la grafica realizzata per i nostri social, che invitiamo a condividere.

Complimenti, Peroni.

Social Media Manager

Social Media Manager: chi è e perché le aziende ne hanno bisogno

L’immagine digitale delle aziende è, oggi più che mai, un biglietto da visita fondamentale. Curare la propria immagine online non è più un vezzo, ma è a tutti gli effetti una priorità per chi fa impresa e intende promuovere il prodotto attraverso una strategia mirata, che porti riscontro e visibilità.

Il Social Media Manager

La figura professionale che si occupa di gestire l’immagine online delle aziende è il social media manager. Affidarsi a un professionista, in questo settore, è oramai diventato imprescindibile: tante sono le difficoltà che si incontrano, altrettanti gli impedimenti di carattere tecnico che rischiano di impedire alla strategia digitale di un’attività imprenditoriale di raggiungere gli scopi prefissati. L’attività del SMM fa esattamente questo: crea e ottimizza i contenuti, perfeziona la strategia, centra l’obiettivo.

 

Perché le aziende non possono farne a meno? 

 

Perché non esiste una figura in grado di prendere il suo posto. Lanciare una campagna pubblicitaria – online o offline – è un’attività complessa, connessa a una varietà di dinamiche che solo il professionista conosce e può affrontare con disinvoltura.

Chi fa da sé, in questo caso, non fa per tre. Anzi. Il rischio è quello di intraprendere strade controproducenti, economicamente svantaggiose e – soprattutto – infruttuose.

 

DAMA: social media management innovativo e flessibile

 

DAMA offre una soluzione flessibile alle aziende che intendono curare la propria immagine online: il social media management che offriamo è innovativo, basato su un continuo dialogo tra cliente e creatore e una presenza costante sui social network.

Realizziamo uno shooting in sede a cadenza mensile, in modo da avere sempre a disposizione un archivio digitale da lavorare e postare online. Insieme all’azienda studiamo i piani pubblicitari adeguati e la strategia di investimento più performante. A un prezzo più che vantaggioso.

 

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